Visita al Vulcão dos Capelinhos a Faial, Azzorre
Aggiornato il 5 Aprile 2023 da Sara
Fra le esperienze più emozionanti delle Azzorre, per noi che siamo appassionati di vulcani, la visita al Vulcão dos Capelinhos è assolutamente imperdibile.
Anche se non siete appassionati di vulcani, non potrete che rimanere senza parole di fronte alla potenza della natura che, soli sessant’anni fa, ha esteso la superficie dell’isola di Faial di circa 2,5 km quadrati tramite un’eruzione sottomarina.
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Il Farol dos Capelinhos
Chi direbbe che questo faro, ormai in disuso, un tempo si trovava direttamente sulla costa di Faial?
Compreso nel biglietto della visita al Centro de Interpretação, potrete percorrerne la stretta scala a chiocciola per ammirare il panorama dalla sua cima.
Attenzione solo alle ultime due rampe, che sono super super ripide, ma vale la pena salire fin quassù.
Inaugurato nel 1903, il faro funzionava con un sistema di lenti rotanti galleggianti nel mercurio, visibile da 25 miglia di distanza.
Parliamo del Vulcão dos Capelinhos
Per 13 mesi dal settembre 1957, un’eruzione sottomarina ha ampliato di circa 2,5 km la superficie di Faial.
Al costo di 500 case distrutte e di metà della popolazione di Faial che si dice abbia emigrato, il Vulcão dos Capelinhos ha offerto uno spettacolo sicuramente affascinante e terrificante allo stesso tempo, poco più di sessant’anni fa.
La riduzione dei terreni coltivabili, l’oscuramento del sole per mesi, hanno reso difficile la vita alla popolazione.
Nel frattempo, la forza del mare ha eroso con forza il tufo del vulcano, riducendolo a un terzo della sua grandezza originaria.
Visita al Vulcão dos Capelinhos: le fasi dell’eruzione
Fase sottomarina
L’eruzione iniziò nel settembre 1957, a circa 1 km al largo della costa ovest di Faial ad una profondità fra i 20 e 60 m.
L’attività sottomarina, della durata di 7 mesi, con esplosioni causate dal contatto della lava bollente con l’acqua marina, l’emissione di ceneri vulcaniche, grosse colonne di vapore e gas vulcanici, determinò la formazione di due isolotti uno dopo l’altro, poi sommersi.
Alla formazione del terzo, ci fu il collegamento con la terraferma.
Fase subaerea esplosiva
A maggio 1958 l’eruzione divenne subaerea, visto che il mare non interferiva più coi centri eruttivi.
Questa fase, caratterizzata da terremoti, durò circa 5 mesi, con attività soprattutto esplosiva.
Vennero lanciati a grande distanza, ceneri, lapilli e bombe vulcaniche, blocchi di diverse dimensioni.
Fase subaerea effusiva
In questa fase, verso agosto 1958, della lava basaltica di diversa viscosità fu emessa dal cratere, con formazione di lave pahoehoe (lajes – lisce, lava liquida) oppure aa (biscoitos – viscose, lava appuntita, tagliente).
Tale fase finì dopo 13 mesi dalla prima attività, lasciando un cono vulcanico alto 160 m e aumentando la superficie di Faial di 2,4 km2.
Visita al Vulcão dos Capelinhos: effetti distruttivi
La cenere fu il materiale a maggior impatto nell’eruzione.
Con il 27% dell’isola di Faial ricoperta da ceneri vulcaniche nel luglio 1958, andarono distrutti 4600 ettari di coltivazioni, soprattutto vigneti. Attorno al vulcano lo strato di ceneri arrivava a 2 metri.
Visita al Vulcão dos Capelinhos: l’impatto sociale
La distruzione di oltre 500 case, anche a causa dei terremoti concomitanti all’eruzione, generò una battuta d’arresto nell’intera economia, con l’arresto delle attività agricole e baleniere.
Metà della popolazione di Faial emigrò in massa verso le colonie portoghesi di Angola e Mozambico, ma anche verso Brasile, Canada e Stati Uniti.
Vennero fatte pressioni sugli Stati Uniti per ammorbidire le rigide leggi sull’immigrazione a causa di tale disastro umanitario e venne così promulgato the Azorean Refugee Act dal presidente Eisenhower, garantendo 1500 visti per la popolazione di Faial colpita direttamente dall’eruzione.
Visita al Vulcão dos Capelinhos: Centro de Interpretação do Vulcão dos Capelinhos
Nascosto sotto il faro, il centro visite fornisce informazioni sul vulcanismo.
L’introduzione include alcuni dei vulcani mondiali più importanti, mentre l’esposizione permanente consiste nella proiezione di schede animate a spiegazione delle diverse fasi dell’eruzione, oltre a un video.
Da qui è poi possibile salire la scala a chiocciola fino alla cima del faro, da cui godere un magnifico panorama.
Visita al Vulcão dos Capelinhos: trekking
La salita al Vulcão dos Capelinhos è sconsigliata a causa della grave erosione e del rischio di frane sul margine del pendio, e noi non ci siamo arrischiati.
Il sentiero principale, molto frequentato, dal Centro Visitatori sale fino a un punto panoramico a media altezza e prosegue ripidamente. I cartelli vietano l’accesso oltre quel punto panoramico e noi ci siamo fermati qui.
Tramite questo percorso potete arrivare fino a Capelo in circa 3 ore, passando per Cabeço do Canto, Caldeira e Cabeço Verde.
Meglio però farlo in discesa da Capelo a Capelinhos.
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