Guida al Wadi Rum: vivere il deserto rosso della Giordania
Aggiornato il 18 Aprile 2021 da Sara
Vista la grandissima popolarità della Giordania, speriamo che la nostra guida al Wadi Rum possa esservi utile per organizzare questa parte del vostro viaggio in autonomia.
Il Wadi Rum è infatti una tappa assolutamente imprescindibile di ogni tour della Giordania, una vera e propria chicca che vi lascerà a bocca aperta.
Non rimpiangerete un solo secondo passato in questa magnifica zona.
Vediamo come sfruttare al meglio il tempo che avete per vivere un’avventura indimenticabile.
Vedi anche: Come organizzare un viaggio in Giordania fai da te
CONTENUTI DELL'ARTICOLO
Perché il Wadi Rum
Quando si arriva in questo deserto è subito facile capire come mai sia stato scelto come location di film ambientati sul pianeta Marte.
Il colore della sua sabbia e le sue rocce di granito, basalto e arenaria scolpite dal vento, creano uno spettacolo naturale che ha pochi pari nel mondo.
Salire su un fuoristrada ed entrare nel deserto per chilometri sarà la vostra fuga dalla civiltà, verso un luogo dove potrete ritrovare voi stessi, tranquillità, pace e calma interiore, un senso di quiete nonostante il sibilo incessante del vento.
Guida al Wadi Rum: cenni storici
Il Wadi Rum è una valle che ha ospitato l’uomo fin dalla preistoria e lo si può notare attraverso i numerosi petroglifi visibili.
Diventato famoso nel mondo occidentale per essere stato scelto come base operativa da Lawrence D’Arabia, il Wadi Rum è un paesaggio di canyon e montagne sabbiose dai vari colori, ma è soprattutto il rosso che predomina.
Archi e ponti naturali, rocce erose a forma di funghi, l’immensità di questo luogo lascia a bocca aperta.
Nel Wadi Rum hanno lasciato tracce del loro passaggio molte popolazioni, come ad esempio i nabatei e i Thamud.
Oggi gli abitanti della zona hanno abbandonato le loro occupazioni tradizionali, come l’allevamento di capre, per dedicarsi al boom turistico.
Guida al Wadi Rum: dove si trova
Il Wadi Rum si trova a 100 chilometri a sud di Petra (1 h 30 minuti di strada) e 60 chilometri a nord di Aqaba (1 ora di strada)
Guida al Wadi Rum: come arrivare
Visto che la maggior parte dei visitatori arriva qui con un tour organizzato oppure un veicolo proprio, i mezzi pubblici sono molto limitati.
Se non volete noleggiare un mezzo, da Aqaba potrete contrattare per il trasferimento in taxi.
La base di partenza per le escursioni del Wadi Rum è il Centro Visitatori, dove dovrete pagare l’ingresso (5 JOD) oppure far timbrare il Jordan Pass.
Oltre il Centro Visitatori c’è un ampio parcheggio sul limitare del deserto dove potrete lasciare la vostra auto a noleggio. Solitamente gli operatori prenotati in anticipo vi aspettano qui per iniziare il tour in 4×4.
Se arrivate qui senza aver prenotato nulla potete chiedere informazioni al Centro Visitatori, ma non avrete modo di confrontare i vari campi come invece fareste con calma da casa.
Vedi anche: Cosa vedere nella magica Petra, guida alla visita fai da te
Guida al Wadi Rum: le opzioni per la visita
Il Wadi Rum è un luogo che si presta a qualunque programma di viaggio, che abbiate tempo o che non ne abbiate troverete sempre un itinerario adatto ai vostri desideri.
L’esperienza che giudichiamo imperdibile qui è però una notte in un accampamento beduino in mezzo al deserto: il silenzio assoluto e la via lattea vi accompagneranno in questa indimenticabile esperienza.
Esplorare il Wadi Rum è possibile in moltissimi modi: in fuoristrada, a dorso di cammello, a cavallo.
Per 2 ore, per mezza giornata, per 2 giorni o anche 1 settimana.
È possibile fare arrampicata, sorvolare il deserto in mongolfiera all’alba oppure in ultraleggero.
Solitamente si sceglie il tour in fuoristrada e in base alla durata si aggiungono i pasti, il pernottamento ed eventuali escursioni e attività aggiuntive.
Anche se non espressamente vietato, è caldamente sconsigliato avventurarsi da soli nel deserto, con o senza veicolo, i pericoli sono tanti.
Guida al Wadi Rum: dove alloggiare
Nel Wadi Rum non ci sono hotel, ma bensì campi tendati o di “bolle” trasparenti più o meno confortevoli.
Le opzioni di alloggio sono essenzialmente due: all’interno e al di fuori della zona protetta del Wadi Rum.
All’interno della zona protetta
Gli accampamenti sono molto distanziati fra loro, sono raggiungibili solo in fuoristrada con guida in circa 30/40 minuti.
Non ci sono ripetitori né connessioni.
Dispongono di tende tradizionali in lana caprina rialzate dal terreno. I posti letto sono limitati a 10/15.
Possono disporre di corrente tramite un generatore oppure no.
Solitamente bagni e docce sono in comune in un edificio in muratura.
A volte vengono fornite solo coperte e cuscini, niente lenzuola né federe nè asciugamani.
Di notte, al momento di ritirarsi nella tenda, spesso il generatore viene spento quindi è necessaria una torcia in caso di necessità notturne.
Al di fuori della zona protetta
Normalmente nei dintorni di Disi, raggiungibili anche in pullman o auto privata, possono ospitare molte persone, a volte in tende di tela.
Alcune strutture possono disporre di bagno privato e altri confort.
Nessun bisogno di agenzie di viaggio et similia, con una breve ricerca online potrete contattare direttamente i vari campi tendati per chiedere informazioni e preventivi di prezzo.
Il nostro tour di una giornata con un pernottamento in un campo tendato
Arriviamo da Wadi Musa, dopo aver visitato Piccola Petra in mattinata e Petra il giorno precedente.
Prima del nostro appuntamento delle 17 con l’operatore che abbiamo prenotato, dedichiamo un’oretta per esplorare un pochino la zona in auto.
Ci dirigiamo verso il villaggio di Disi e fino a quelli di Twayseh e Mensheer, dove ci sono i campi tendati più grandi al di fuori dell’area protetta e proseguiamo fino a dove possibile, dove l’asfalto della strada si confonde con la sabbia portata dal vento.
Vediamo cammelli girare liberi coi loro piccoli e ammiriamo le prime formazioni rocciose che si ergono dalla sabbia rossa.
Tornando indietro da Disi prendiamo l’altra strada, quella che entra nell’area protetta, oltrepassiamo il Visitor Center dopo aver pagato la tassa d’ingresso e parcheggiamo l’auto nell’ultimo pezzo di asfalto prima del puro deserto.
Entriamo nel deserto
Qui viene a prenderci quello che sarà il nostro autista/guida beduina, Salama e facciamo conoscenza con Aodeh, che si occupa soprattutto della parte amministrativa e delle prenotazioni per il suo campo tendato all’interno dell’area protetta che si chiama Bedouin Whispers.
Paghiamo le nostre quote, siamo in 4: 35$ a testa per cena, pernottamento, colazione, tour del giorno dopo e pranzo.
Prendiamo lo zaino piccolo con solo l’occorrente per una notte lasciando il resto nel bagagliaio e veniamo caricati su una vecchia Jeep Toyota quasi scassata ma cosa importantissima, coperta.
Il sole colora già di arancione e rosso scuro tutto quanto mentre in mezzora di strada all’interno del deserto arriviamo al nostro campo, addossato su un lato di una montagna.
Siamo gli unici ospiti per questa notte.
Il campo tendato e il tè
Le tende di lana di capra rialzate da terra sono molto spartane, contengono 3 letti con un tavolino nel mezzo per posare la candela.
In dotazione ci sono solo cuscini e coperte su un materassino ma non lenzuola, né federe, né asciugamani.
Al nostro arrivo inizia la cerimonia del the beduino alla cannella e cardamomo seduti sui materassini sulla sabbia col fratello beduino di Aodeh: iniziamo a pregustare la pace e la tranquillità di questo luogo.
Chiacchieriamo con lui sui rispettivi modi di vivere, sui ruoli maschili e femminili, non senza una smorfia quando gli diciamo che il viaggio è stato organizzato da noi donne.
Il sole tramonterà fra un’oretta circa, mentre notiamo come questo deserto sia eccezionalmente fiorito e verde, vediamo il paesaggio accendersi sempre più di rosso
E poi dopo il tramonto colorarsi di rosa e lilla fino al buio più totale.
La cena e le stelle
Illuminati da torce assistiamo alla “risurrezione” dello zarb beduino.
Si tratta del barbecue del deserto con patate, verdure, pollo e agnello, cotto in appositi forni sotterranei scavati sotto la sabbia e scaldati prima di calarvi il cibo. In questo modo il cibo cuoce molto lentamente prendendo tutti i sapori e la carne rimane tenera.
Il tutto si accompagna poi con lo shrek, il sottile pane beduino, per una delizia gastronomica senza pari.
Dopo la cena vengono intonati dei canti beduini all’interno della tenda accompagnati dal eud, il loro strumento a corde.
Al termine dei canti il beduino torna a casa dalla sua famiglia e noi ci sistemiamo coi materassini fuori sulla sabbia per ammirare le migliaia di stelle che si vedono, comprese molte cadenti e la via lattea. Il campo non è illuminato quindi il buio è totale.
Dormirà nel campo con noi il nostro autista Salama, che ad un certo punto ci dirà che deve fare una telefonata, quindi prenderà la Toyota per tornare verso il villaggio, lasciandoci completamente soli per una buona ora, infatti qui non esiste nessuna connessione telefonica.
Quando proprio non ce la facciamo più a sopportare il freddo pungente e il vento andiamo a rifugiarci nelle tende, con un paio di coperte si sta belli caldi.
Il campo ha due wc (veri – diversamente dai campi marocchini!), due lavandini e due docce in un edificio in muratura però sono necessarie delle torce.
Pronti per il tour
Il giorno dopo siamo svegli poco dopo l’alba, dopo la colazione indossati i nostri turbanti siamo pronti per partire con Salama per esplorare questo magnifico deserto.
La prima tappa è l’arco di roccia dell’Umm Fruth che scaliamo con l’aiuto di Salama fino in cima.
Poi passiamo davanti al famoso arco di Burdah e proseguiamo fra mille paesaggi, grati di essere schermati dal sole implacabile, visto che la nostra Jeep, contrariamente a molte che incrociamo, è coperta.
Salama ci rivela che le nuove Jeep si insabbiano molto facilmente e gli è capitato spesso di tirarle fuori, mentre alla sua Toyota non è mai successo.
Salama poi ci lascia all’ingresso del Siq Burrah, sarà un trekking molto bello fra paesaggi e formazioni rocciose molto varie e particolari, dotati di acqua a volontà completeremo il percorso in un paio d’ore.
Il pranzo all’ombra del Siq
Alla fine del canyon troveremo Salama all’ombra delle pareti di roccia che ha cucinato per noi un buon pranzetto su un fuoco a legna improvvisato.
Ci fa gustare un tipico pasto beduino, la gallaya composta da fave, cipolla, pomodoro, peperoni, leggermente piccante, con un buon pane beduino con cui fare la scarpetta.
Alla fine del pranzo mette sul fuoco la teiera per il the alla cannella, squisito, e siamo pronti per proseguire.
Arriviamo alla roccia a forma di fungo e da lì, dopo una breve discesa sulla roccia sconnessa, inizia una super discesa da una mega duna di sabbia.
Arriviamo alla sorgente di Lawrence da cui si ammirano le rocce granitiche a perdita d’occhio e ai sette pilastri della saggezza.
Facciamo anche un incontro ravvicinato con un serpente che si nasconde sotto la jeep e che Salama non esita a rincorrere e uccidere, si tratta di una specie molto velenosa.
Senza contare i cammelli.
Le zampe delle madri sono legate con una corda per impedire loro di correre e allontanarsi troppo dal padrone.
Infine giungiamo al Khazali canyon, in cui sono visibili pitture thamudene e petroglifi nabatei nella roccia.
Il sole sta scendendo e la nostra bellissima escursione qui sta per finire, Salama ci riporta alla civiltà, a recuperare la nostra auto al parcheggio.
Non dimenticheremo facilmente questa stupenda esperienza, ma anche la simpatia di Salama.
Guida al Wadi Rum: quando andare
Dicembre, gennaio e febbraio possono riservare qualche pioggia.
La temperatura massima di gennaio arriva a 20° C, sale progressivamente fino ai 39° C di luglio e agosto per ridiscendere ai 21° C di dicembre.
I mesi migliori per la visita sono da marzo a maggio e ottobre/novembre, ma anche nei mesi più caldi la temperatura, essendo molto secca, è mediamente sopportabile, non fa soffrire più di tanto.
L’importante è bere tanta acqua.
Noi abbiamo visitato il Wadi Rum a giugno: il sole è forte ma il caldo non è fastidioso.
Guida al Wadi Rum: come vestirsi
Il primo consiglio è quello di non sottovalutate la forte escursione termica fra il giorno e la notte.
Dotatevi di indumenti caldi per la notte, soprattutto se volete stare fuori a contare le stelle cadenti. Subito dopo il tramonto la temperatura scende in fretta e può fare molto freddo. Prevedete quindi di vestirvi a strati.
Durante il giorno via libera invece ad abiti di lino e cotone, leggeri ma coprenti, in colori chiari per riflettere i raggi solari.
Impedendo ai raggi solari di colpire direttamente la pelle, soprattutto di schiena e spalle, eviterete la disidratazione.
Per camminare sulla sabbia potrebbero essere ideali dei sandali da trekking, per evitare di essere infastiditi dalla sabbia che entra nelle scarpe.
Da non dimenticare assolutamente: cappello o, ancora meglio, turbante per proteggere naso e bocca dalla sabbia, occhiali da sole e una protezione solare molto alta.
I nostri consigli
- Non sottovalutate le escursioni prolungate a dorso di cammello, 40/50 minuti sono sufficienti per farvi rendere conto di quanto siano faticose.
- Non dimenticate una buona assicurazione di viaggio.
- Scegliete se possibile per il pernottamento un campo tendato all’interno della zona protetta per un’esperienza più intensa e a contatto con la natura.
Vedi anche: Itinerario in Giordania in 10 giorni fai da te
Molto bello il sito e grazie mille per tutte le info utili…sarò in Giordania a maggio e sicuramente farò mio qualche spunto che avete dato.
P.S. Ho dato un occhiata alla vostra travel map…praticamente quasi una copia della mia e della mia fidanzata…anche la tipologia di viaggi è praticamente la stessa!
Ciao Jon, grazie per essere passato sul mio blog!
Che splendido viaggio avete in programma, la Giordania ci è piaciuta moltissimo, se hai dubbi o domande scrivi pure qui o sotto gli altri articoli.
Che bello trovare altri viaggiatori come noi 🙂
prenotare Salama si può contattare in Italiano il tuo programma ci piace molto penso di andarci a Giugno salutone
Ciao Luciano, Salama purtroppo non parla italiano, solo inglese